L'orto di Bologna di Marco e Loris

L'orto di Bologna di Marco e Loris

Per andare da Marco Tagliavini ci si può andare tranquillamente in bicicletta e, per chi abita lì vicino, anche a piedi. E' lungo la Via degli Orti appena fuori dall'abitato. Io ci vado spesso con la bici per comprare delle lattughe freschissime, appena raccolte, per le mie insalate, come ho fatto questa mattina. Esco di casa, prendo la direzione per la campagna e dopo una paio di incroci sono da loro.

Marco Tagliavini, insieme al fratello Loris, hanno infatti questo podere in un terreno che è ancora città. In un attimo, dal traffico entri in un'altra dimensione: la casa colonica, l'aia, la corte, la vecchia stalla, il lavoro silenzioso e alacre nei campi. Un'oasi di campagna, un inaspettato orto nella città.I campi a lattuga di Marco e Loris  E' questa la sensazione che ho quando vado da Marco e Loris, di qualcosa di inatteso, per noi abituati a convivere e litigare con i rumori, lo smog, il tempo che ti sfugge di mano. Come altre volte in cui sono andata, appena varcato il cancello, ho incontrato mamma Renata. Mi ha sentito arrivare e solo sentendo la mia voce, ha capito che avevo bisogno di Marco. La sua sensibilità è straordinaria. Mamma Renata ha vissuto gran parte della vita e della trasformazione di questa azienda agricola. Quando si sposò negli anni '50, suo suocero, il nonno di Marco e Loris, conduceva l'azienda agricola secondo l'uso del tempo: frumento, barbabietole e la stalla con una ventina di mucche.
A questo proposito mi racconta spesso che, la mattina seguente la notte di nozze, l'hanno svegliata alle sei per andare a mungere. Altro che viaggio di nozze! Suo suocero l'aveva creata nel 1888 e solo intorno agli anni '60, suo marito l'aveva faticosamente trasformata in un'azienda anche orticola, con patate, zucchine e pomodori. Era il classico scontro generazionale, fra la concezione del tempo e i giovani di allora che avevano capito che con gli ortaggi, magari si lavorava di più, ma le possibilità di guadagno erano maggiori. Quando Marco, a 22 anni, ha preso in mano l'azienda, l'ha ulteriormente specializzata, orientandosi sulle lattughe, con coltivazione sia in serra che in pieno campo, trapiantando e raccogliendo per 11 mesi e mezzo all'anno, i prodotti.
"Oggi abbiamo 40 ettari - mi racconta Marco - di cui 20 ad ortaggi e 20 a cereali e a sovescio per rotazione, per le lattughe in pieno campo. Abbiamo 7 dipendenti e la nostra produzione va per l'80% ai supermercati e il resto al dettaglio. Tutto tramite il Consorzio Agribologna, di cui siamo soci da sempre".
Oggi Marco ha un po' di tempo e mi porta sul trattore a salutare Loris, suo fratello, che insieme agli operai sta raccogliendo la lattuga cappuccina. "Con Loris abbiamo diviso le nostre competenze: io mi occupo della vendita, degli ordini e della preparazione dei terreni, delle serre, dell'irrigazione e lui della organizzazione del lavoro, dei dipendenti, della raccolta, della preparazione delle consegne"   Anche dal linguaggio capisci che questi ragazzi di strada ne hanno fatta tanta. Forse hanno abbandonato quell'immagine romantica del contadino con il cappellaccio in testa e la vanga. Ma oggi, con la meccanizzazione e l'elettronica di precisione applicata alle coltivazioni, le tecniche agricole hanno migliorato la qualità del lavoro e reso anche più sicure e sane i prodotti che si coltivano e che noi, poi, mangiamo. Ogni settimana 40.000 cespi di insalate vengono raccolti e commercializzati e per farli ci vuole molta tecnica e organizzazione e anche tanta passione e...fatica.

Marco, in questo giro didattico in campagna, mi vuole convincere che lì da lui, anche se siamo a circa un kilometro da centro città, le produzioni sono sane. Non si usano prodotti chimici invasivi, le concimazioni sono rispettose dei capitolati delle coltivazioni a lotta integrata, con utilizzo degli insetti utili.   Nelle serre, che in estate non sono utilizzate, Marco mi fa toccare con mano il terreno ricoperto di un telo di plastica: "qui, mi dice infilando una mano sotto il telo, la superficie della terra di giorno raggiunge i 70° e si sterilizza da sola. Quando verso l'autunno togliamo i teli, i terreni sono già pronti per essere lavorati e ricevere le piantine di lattughe da trapiantare" Sono bellissime queste file di gentilina rossa, verde, di cappuccina. Il verde brillante delle loro foglie, fanno gola. Ci vogliono 40 giorni per essere pronte al taglio. Quello che oggi raccogli, domani è in vendita e magari già pronta in tavola in una fresca insalata.
Sono tempi duri per la crisi che morde e per la costante spinta verso il basso dei prezzi di vendita: Marco e Loris, non hanno timori. Hanno passione e una bella famiglia alle spalle. Senza di questa è impensabile andare avanti.
La famiglia Tagliavini
Marco ha due figli maschi, e il più grande frequenta l'istituto tecnico agrario;e il suo desiderio che con lui
si possa inaugurare la quarta generazione dei Tagliavinì alla guida di questa bella realtà.
Mi fermo ancora un po' al fresco della corte, mentre scelgo un paio di cespi di lattuga da portare a casa.
Mi piace questa gentilina rossa, ne prendo un cespo così e un cespo verde. Oggi a pranzo una bella insalata! Con pomodori, olive e formaggio feta.
E con la certezza di mangiare della verdura di primissima qualità e soprattutto sana.
Di questo Marco e Loris mi hanno convito da parecchio tempo!
Tags: lattuga