Gabriele Gamberini è fra tutti i soci Agribologna della
Via degli Orti il più prezioso per la nostra salute: perché lui coltiva tutta la famiglia delle Brassicacee, ovvero i cavoli, una delle verdure più nutrienti e salutari del mondo.
Gabriele si è specializzato nella coltura dei cavoli: cavolo nero e rosso, cavolo verza, cavolo cappuccio, cavolo broccolo e cavolfiori. Il suo terreno è particolarmente adatto e Gabriele dedica una buona parte della sua terra, circa 50 ettari, a questo ortaggio fondamentale per la nostra alimentazione, per via della ricchezza e varietà delle sua proprietà benefiche.
Chiara, la nostra nutrizionista ne ha già parlato diffusamente nella sua rubrica,
Facciamoci del benessere, e non sono certo io la più preparata a raccontarvi gli innumerevoli vantaggi per la salute che potete assumere mangiando le varietà dei cavoli.
So solo che fanno bene e sono buoni, crudi o cotti, e che l'amico Gabriele è bravo a produrli e io ci vado a trovarlo anche per questo.
Lui abita lungo nella parte pianeggiante della
Via degli Orti, non tanto distante dalla sede e dal magazzino del
Consorzio Agribologna. A Viadagola, nel comune di Granarolo. E' sufficiente fare un paio di svolte, a sinistra e poi a destra e, dietro ad un insediamento urbano di recente costruzione, si entra nella sua Azienda Agricola.
Gabriele è di famiglia di contadini, suo padre è un socio fondatore del Consorzio, e in questo terreno, via via allargato con aree in affitto, dedica parte del suo tempo a colture cerealicole estensive, alle cipolle e ai cavoli. Li produce tutti e in questo momento sta raccogliendo i cavolfiori, i cavoli cappuccio, i cavoli rossi e le verze, mentre i broccoli sono di fatto già finiti. Il periodo è questo: autunno e inverno. E' la coltivazione che più gli dà soddisfazione.
L'Azienda la porta avanti lui, i due figli studiano, ma si spera che un domani "pestino" anche loro la terra e portino avanti questa realtà.
Fra la preparazione, la semina, la concimazione fino alla raccolta ci passano poche settimane.
"La raccolta, mi racconta Gabriele, deve essere effettuata quando i cavoli avranno raggiunto la giusta grandezza relativa alla varietà coltivata; i cappucci devono risultare ben chiusi e compatti. La maturazione dei cavoli avviene generalmente trascorsi 4-5 mesi dal momento in cui sono stati seminati. Dopo la raccolta i cavoli vanno consumati nel giro di pochi giorni, 4-5 al massimo."
La conservazione in frigorifero può durare una decina di giorni circa.
"Non sempre è tutto facile, ci sono molte avversità che possono danneggiare il cavolo: l’ernia del cavolo, l’alternariosi, il disseccamento fogliare, la peronospora, la ruggine bianca e il marciume secco. I parassiti che più frequentemente danneggiano il cavolo sono l’altica, il maggiolino, la cavolaia e la mosca del cavolo."
Tutto sommato però si porta a termine il raccolto e se non gela, il cavolo qui viene bene.
Gabriele è orgoglioso dei suoi prodotti, per questo entra nella cella frigo e mi mostra il prodotto raccolto questa mattina, già pronto per essere portato al magazzino di Agribologna. I cavoli, le verze e i cavolfiori sono nelle loro cassette e per la foto di rito organizziamo una mostra su una pila di pallet.
I colori dei cavoli sono particolarmente vivaci e la forma, così perfettamente sferica, fornisce ai cavoli un innegabile fascino. Le foto dei cavoli sono sempre belle e anche queste che faccio non sono da meno.
E' tempo di bilanci. Come è andata quest'anno? Il sano ottimismo di Gabriele non arretra davanti ad un momento in cui il mercato livella tutto a 1 euro; "non è andata male e la fiducia rimane". Sagge parole che non tradiscono la voglia di fare di questi giovani, ormai adulti, che della terra hanno fatto la loro ragione di vita e alla terra danno tutto il loro tempo, spirito e corpo.
Gabriele è prodigo di consigli su come acquistare i cavoli. Per esempio i cavoli verdi devono avere un colore scintillante e brillante, quasi come un limone verde.
Quelli rossi devono essere di un porpora scuro.
Scegliere solo cavoli che abbiano poche foglie che penzolano dal resto della palla. Se ci sono troppe foglie non fermamente attaccate al centro, quel cavolo potrebbe avere una strana consistenza o sapore e poi un cavolo deve avere le foglie croccanti piuttosto che molli. Le foglie molli sono segno che il cavolo è vecchio o danneggiato.
Per il cavolo verza le foglie devono essere ben chiuse, mentre per il cavolfiore è fondamentale controllare la consistenza della testa, che deve essere soda e compatta e le cimette devono essere serrate, la superficie uniforme e non granulosa e non ci devono essere germogli verdi tra le sue infiorescenze.
Tanti piccoli segreti da memorizzare e custodire per cucinare un prodotto fresco e di qualità. Intanto mi godo questi cavoli.
Cosa potrei farci con la verza? che ne dite di farle ripiene?
Ho letto proprio recentemente una ricetta sulla pagina
Facebook di Agribologna che mi ha attratto: gli involtini fatti con la verza.
Ve la riporto per comodità:
Involtini di verza
Ingredienti per 4 persone:
6 foglie grandi di verza Agribologna,
300 g di carne macinata di manzo,
4 cucchiai di parmigiano reggiano Dop,
2 cucchiai di pane grattugiato,
1 uovo,
Sale e pepe q.b., Olio evo q.b.
Mescolate alla carne il parmigiano, il pane grattugiato e l’uovo sbattuto; aggiustate di sale e pepe. Intanto che il ripieno si insaporisce, tagliate a metà le foglie di verza e sbollentantele per qualche minuto in acqua salata leggermente. Scolatele ed asciugatele. Distribuite l’impasto di carne sulle foglie e richiudetele a bauletto. Sistemate gli involtini in una teglia da forno, irrorateli con un filo d’olio e, se volete, un po’ di formaggio grattugiato. Fate cuocere almeno 30/45 minuti in forno a 180°.