Le pesche di Marco sono dei gioielli di bontà

Le pesche di Marco sono dei gioielli di bontà


Non so se vi è mai capitato di frequentare o visitare un artigiano che, grazie alla sua sapienza e manualità, produce pezzi unici.Non so se vi è mai capitato di frequentare o visitare un artigiano che, grazie alla sua sapienza e manualità, produce pezzi unici. Che sia un ebanista, un orafo o un tessitore, ciò che colpisce è la fantasia, la dedizione, la passione che mettono nel loro lavoro. Marco Bersani, agricoltore e socio Agribologna, ha lo stesso rapporto con la frutta che produce, siano queste pesche, albicocche, susine o mele.
Marco produce delle pesche gioiello, non nel senso che costano molto, tutt’altro, ma per il valore della caratura qualitativa del frutto, per il gusto e il profumo che emanano non appena le tocchi. Gioielli di bontà!
Ho incontrato Marco in un pomeriggio di luglio, caldo e afoso, con un temporale che brontolava in lontananza, lungo la Via degli Orti nel suo podere a Borgo Panigale, una volta Comune a ridosso della città, oggi quartiere della periferia di Bologna.
Un bel ramo carico di pesche
Marco ci tiene a questo territorio, lo sottolinea e lo specifica: Borgo Panigale. Qui è nato, qui aveva il podere suo padre e suo nonno, fin dal primo novecento, sempre dedicato alla frutta. Qui la campagna è in piena città e fa piacere vedere questi spazi di agricoltura vera.

Marco è diventato agricoltore nel 1988. Prima era andato in fabbrica, come tanti in quel periodo, aiutando il padre la sera, quando c’era bisogno, d’inverno o nel periodo estivo. Poi la malattia del padre e la voglia di competere l’hanno convinto di lasciare il lavoro e imboccare la strada della frutticoltura con questa azienda di una decina di ettari tutta dedicata a frutta: pesche, susine, mele, ciliegie, albicocche.

Marco è bravo a fare le pesche. Lo sanno tutti in Agribologna e il suo prodotto va a ruba in mercato da chi vuole un prodotto di altissima qualità. Non appena lo incontri capisci che sei di fronte ad una persona che tratta il suo lavoro con competenza e serietà.

“Io ho un sistema particolare, mi dice Marco, non diserbo, lavoro ancora con la zappa, sotto agli alberi prima faccio un po’ di pulizia con la fresina e poi tolgo l’erba con la zappa. Per fare 100 filari di frutta, non impiego un giorno o due, ma 15/20 giorni. Non mi piace diserbare, le piante le tratto come si deve, alcune hanno anche 24 anni, come questo pesco”

I filari sono ampi, il sole entra e penetra anche in basso, garantendo una esposizione ottimale. E le pesche sono belle veramente, e più sono in alto e ben esposte al sole più sono buone!
“Altro piccolo segreto, le pesche raccolgo mature. In frigo ci stanno un giorno, massimo due. Di sera faccio il giro dei filari delle pesche della varietà che sta maturando, le guardo, le tocco e sento se sono pronte. La mattina dopo le raccolgo, solo quelle pronte e quindi al mercato ci va la quantità che voglio io.”
A vederlo toccare con i polpastrelli le pesche sembra un sensitivo. La valutazione della maturazione è fatta con una leggera pressione delle dita sulla parte del frutto che è attaccato al ramo e dal colore della buccia. Quindi tatto e vista. Una tecnica che è il frutto di anni di esperienza e che purtroppo non è sempre così facile trasferire in un giovane aiutante, che non sa nulla di frutticoltura e che riesce a malapena a comprendere la differenza dei calibri e le scale di misurazione.

Di varietà di pesche Marco ne ha una trentina e inizia a raccogliere a inizio giugno fino a tutto agosto: le Royal Time, le classiche Redhaven o le Rich May. Tutte qualità pregiate e di valore.

“Malgrado questa attenzione alla qualità non è detto che si possano spuntare, in proporzione, prezzi più alti. Il mercato si è purtroppo adagiato su un livello basso, privilegiando la quantità di prodotto per poter raggiungere il numero più alto possibile di supermercati e dettaglianti e penalizza chi come me fa un prodotto dedicato a chi può apprezzare il gusto e il profumo della frutta di qualità. Insomma non è detto che i gioielli che fai siano riconosciuti come tali.”

E’ una considerazione amara, perché mi conferma che l’espansione e la diffusione dei prodotti non sempre va a braccetto con il mantenimento di quello standard che, una volta, faceva la differenza.
Le pesche negli imballi Agribologna, pronte per il mercato
Però Marco non demorde tant’è che recentemente ha fatto un importante investimento acquistando altra terra, dimostrando che, se si crede nel proprio lavoro, le risorse ci sono, e non per spenderle in beni di godimento personale, ma per potenziare la propria azienda, svilupparla, renderla ancora più competitiva.
Marco nella sua avventura imprenditoriale ha “imbarcato anche sua moglie che in breve tempo è diventata bravissima a potare e a raccogliere, oltre a darsi da fare per andare in diversi mercati di paese, nelle sagre.” Ma non è detto che riesca a coinvolgere anche i due figli. Adesso hanno fatto entrambi scelto diverse, si vedrà: i figli devono maturare, come le sue pesche.
Ritorniamo in magazzino. Un gruppo di donne sta riempendo gli imballi del Consorzio Agribologna di pesche e di albicocche raccolte in giornata e che stanotte andranno in mercato per raggiungere i consumatori, le famiglie, i ristoranti che vorranno avere sulle loro tavole il meglio del meglio.
Con queste pesche che gentilmente Marco mi regala, non so se le utilizzerò per fare torte, dolci o altro. Sono talmente buone che l’unico modo di apprezzarle, è mangiarle così, come la natura e la sapienza di Marco ha prodotto e raccolto.
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