Il giardino dei ciliegi è a poca distanza dalla mia casa, sulla Via degli orti, dopo un cancello e un viale alberato. E' un piccolo borgo, una grande aia con tanti gatti e tavoli per mangiare all'aperto. Sì, perché Sergio Gubellini, oltre al podere, ha anche un Agriturismo dove si mangia e balla.
Ci vado un sabato mattino, prima che le ciliegie finiscano. Mi piace andare fra gli alberi e prendere le
ciliegie direttamente dai rami carichi di frutti. Con Sergio si può fare, lui è cordialità fatta persona e non ti dice certamente di no. Anzi penso che si diverta a portare i propri amici fra i campi, raccontando le meraviglie che coltiva: albicocche, lamponi, more e tante ciliegie. Sergio, con il suo cappello di paglia, è inconfondibile: simpatico e affabile, è figlio d'arte. Lui è nato qui, suo nonno prese questo fondo nel 1939, e l'avviò subito a frutticoltura.
Da questa parte le ciliegie venivano bene e lui iniziò così, poi pere, mele e un po' di ortaggi. Più che un orto, un giardino appunto. Le ciliegie allora si raccoglievano con le scale, cosa impensabile oggi con le attuali normative. Erano alberi anche diversi, più grandi. La frutticoltura si è evoluta molto e oggi è impostata per filari, ma qui nel suo podere di piante del
tempo che fu ce ne sono ancora e Sergio se le ricorda. Anche Sergio fa parte di quei soci che negli anni 70, all'interno del mercato ortofrutticolo di Bologna, diedero vita alle Cooperative orticole che poi si fusero negli anni '90 nel
Consorzio Agribologna, mantenendo le tradizioni agricole fino ai giorni nostri.
"E' la nostra caratteristica, mi sottolinea Sergio. Mentre molti hanno rincorso il mercato o hanno messo in piedi delle rivendite per il consumatore, diventando dei fruttivendoli, noi di Agribologna abbiamo conservato le nostre specializzazioni, nel mio caso la frutta e qualche ortaggio, come i pomodori cuore di bue per le insalate."
"Per le ciliegie abbiamo introdotto qualche nuova varietà, ma siamo rimasti fedeli a quelle del nostro territorio. Ecco allora il ciliegio che fa le bigarreaux, le prime a maturare e poi l'anellone, come lo chiamano da queste parti, una ciliegia che viene buona nel mezzo della stagione, e poi ancora il nero primo, il nero secondo, il marchigiano."
La ciliegia dal fiore al frutto ci mette 40 anni a maturare. Fioriscono tutte insieme, maturano in modo differente. Poi ci sono ciliegie che sono pronte prima e altre più avanti. "Ma è un frutto semplice, se non ci si mette di mezzo il tempo o il moscerino suzukii che le rovina tutte."
Le piante che ho davanti a me hanno 30 anni, alcune fanno l'anellone, altre il nero primo. Erano impianti misti, che oggi non si fanno più.
Poi piante di così tanti anni fanno delle buone ciliegie: teniamo presente che una pianta giovane produce dopo 8 anni.
E' un bell'investimento. "Le ciliegie, mi racconta Sergio, sono sempre state una ricchezza di questi territori, che fino a Vignola producevano quintali e quintali di ciliegie.
Poi la difficoltà insita nella carenza di manodopera che nel tempo è venuta a mancare nelle famiglie, ha fatto sì che abbiamo più che dimezzato la produzione. Siamo rimasti in pochi e il grosso delle ciliegie viene dalla Spagna e dalla Turchia, il maggior produttore nell'area europea di ciliegie."
"E' così che in questi ultimi anni abbiamo avviato l'attività di Agriturismo, offrendo alloggio e ristoro. Si chiama "Le Rondini", 10 camere e una bella e spaziosa sala da pranzo che dedichiamo ad una clientela che spesso viene anche da fuori, che vuole stare per un fine settimana in uno spazio semplice e rilassante. Per i gruppi di amici che vogliono ritrovarsi per le loro ricorrenza c'è una sala attrezzata per ospitare anche 100 persone e la possibilità di organizzare cene con musica."
Qui le regine della sala sono la compagna di Sergio e la sorella Laura che da quando è andata in pensione, si dedica alla cucina. Laura è molto brava e non ha mancato di darmi delle belle ricette, fra cui questa crostata di ciliegie che vi trascrivo e che mi sono gustata dopo questa passeggiata nel giardino dei ciliegi di Sergio.
Crostata di ciliegie
Ingredienti: 250 g di farina 100 g di zucchero 125 g di burro 1 uovo + 1 tuorlo ½ bustina di lievito per dolci 1 bacca di vaniglia Un pizzico di sale 150 g di confettura di ciliegie 500 g di ciliegie snocciolate Fate ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Setacciate la farina e formate una fontana con lo zucchero, il lievito, un pizzico di sale e i semi della bacca di vaniglia. Versate al centro l’uovo e il tuorlo e sbattete con un forchetta. Aggiungete il burro ammorbidito. Impastate fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Formate una palla che riporrete in frigo avvolta in una pellicola per circa mezz’ora. Trascorso questo tempo, stendete la pasta in modo da foderare una teglia, imburrata ed infarinata, di circa 22/24 cm di diametro. Disponete nel fondo le ciliegie snocciolate intere e distribuite sopra la confettura in modo uniforme. Cuocete in forno a 180° per circa 35 m.
Laura raccomanda di servire le fette di crostata accompagnate da una crema tiepida alla vaniglia.