Il melone

Il melone "Giorgio"

Arrivo in auto da Giorgio Rossi nel primo pomeriggio di una caldissima giornata di luglio. La Via degli Orti qui si perde nelle campagne, nella pianura, oltre il Po. La strada che imbocco dalla provinciale, diventa dopo alcune curve, sterrata, affianca il Navarolo e il Bogina, canali di bonifica che provengono dal Cremonese e che attraversano questa I meloni  "Giorgio"zona del mantovano, fra i casali, piccole oasi di verde e laboriosa agricoltura.

Non posso sbagliare per la Cascina Ca' de Preti, seguo il profumo di melone che emana dalla terra. Qui la maggior parte degli agricoltori coltivano meloni e cocomeri, terre vocate, fertili, ricche di acqua e di sole, ma il profumo che viene dalla cascina di Giorgio è particolare.

Lui i meloni li fa piuttosto bene, tant'è che un'importante multinazionale di sementi, che su questi suoi terreni mantiene dei campi di sperimentazione, ha chiamato Giorgio una varietà di melone retato.  

Giorgio mi viene incontro, sulla soglia del vecchio fienile, ora adibito a sala di lavorazione e confezionamento dei prodotti che coltiva e vende sul mercato, grazie al Consorzio Agribologna. Giorgio tiene dietro a circa 50 ettari della sua azienda agricola dedicata a meloni, cocomeri, melanzane. La sua specializzazione sono i meloni lisci, quelli piccoli, giallo-verdino, che rappresentano l'80% della sua produzione. L'altro 20% sono retati. Questa è zona di elezione del melone viadanese e Giorgio è anche certificato IGP.

"24 anni fa ho rilevato l'azienda da mio padre - mi dice Giorgio - che la teneva, come il nonno, prevalentemente a zootecnia. Ma la terra è giusta per questi meloni e io ho insistito per trasformare l'indirizzo produttivo. Credo di aver fatto bene, le soddisfazioni ci sono, e mi auguro che uno dei miei quattro figli possa essere la prossima generazione per questa nostra storia"
Mi porta a vedere il campo. Sono venuta qui apposta per vedere queste coltivazioni, per curiosità e per fare un viaggio alla riscoperta delle tradizioni contadine che si affacciano intorno al Po.   I campi a meloni sono arsi dal sole e lunghe strisce di foglie sono allineate sul terreno. Sembrano quasi erbe infestanti, un po' abbandonate al primo sguardo. Giorgio con le mani si fa largo sulle foglie ed ecco che appare una sfera verdina, e poi un'altra e un'altra ancora. Non appena l'occhio si abitua alla luce forte del sole, ne vedi sempre di più, decine e decine di meloni. Tutti protetti dalle foglie, come se volessero nascondersi o ripararsi dal sole.
"Questi sono i meloni lisci, varietà Honey Moon, pesano dai 1000 ai 1200 grammi. Sono meloni piccoli, adatti per queste giornate calde, dolci ma non troppo, molto profumati. Quando lo inizi non ne rimane molto, lo finisci". Credo che Giorgio abbia ragione!
Di fatto sono piccole serre. Ora, che sono in fase di maturazione, il telo protettivo è stato tolto e rimangono solo gli archetti protettivi che lo sostenevano.  Per capire se sonoIMG_2163 maturi, dato che non diventano gialli, si controlla il picciolo, che rimane verde mentre intorno la buccia vira verso un pallido giallo. Queste serre sono a rotazione. Giorgio ne sviluppa circa 400, lungo un periodo che va dalla fine di maggio a metà di ottobre, trapiantando le piantine di meloni, via via che questi si raccolgono, da un campo all'altro. Le tecnologie sementiere sono fondamentali in questo non frutto (non dimentichiamo che il melone è un ortaggio) e Giorgio ospita sui suoi campi i campi sperimentali di una multinazionale del settore; da una prova fatta 10 anni fa per dei meloni retati, varietà Honey Sweet, il prodotto piacque tanto a Giorgio che fu deciso di dargli il suo nome. Giorgio è quindi una varietà di melone retato, dato in omaggio al socio Agribologna. E' un po' più grosso del liscio, sempre giallo-verdino, con un reticolo finissino, quasi un ricamo. Sodo e profumato è l'ideale per farsi fasciare dalle larghe e sottili fette di prosciutto.

"I meloni vengono raccolti al mattino presto - mi racconta Giorgio - facendo questa cernita e valutazione del picciolo per comprenderne la giusta maturazione. Successivamente vengono portati in grandi cassoni nella sala di lavorazione. Vengo spazzolati e puliti dalle impurità, dalla terra e da una leggera peluria della superficie della buccia. Poi vengono calibrati e confezionati in scatole di cartone, protetti dalla paglia, per preservare il prodotto da colpi e urti, come se fossero bicchieri di cristallo".


Ultimo tocco di finitura, una goccia di ceralacca sul picciolo che, evitando che si apra, blocca la fuoriuscita di etilene e ritarda, quindi, la maturazione. E' un piccolo tappo che, come per una bottiglia di buon vivo, ne mantiene intatto il suo sapore e profumo. Andiamo nella corte, all'ombra di una grande olmo, Giorgio ne taglia uno a metà e in un minuto le fette sono pronte. Una ricetta semplice e coreografica con i cuori di melone Fresco Senso La polpa è di un'arancione vivissimo, la polpa è soda e profumata, di una dolcezza delicata.

Molto buono. Giorgio mi regala una piccola cassetta. Stasera e nei prossimi giorni saranno al centro delle mie cene e spuntini, per me e i miei amici.

Grazie Giorgio! Per la qualità e la bontà che ci regali con la tua sapienza professionale.
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