Roberto Fabbri e il giardino delle albicocche

Roberto Fabbri e il giardino delle albicocche

Un giorno di raccolta nel giardino delle albicocche di Maurizio e Roberto Fabbri. È tempo di raccogliere le albicocche. Da Maurizio e Roberto Fabbri, nell'azienda agricola di famiglia a Santarcangelo di Romagna.
 
Roberto è appena tornato dal mercato di Bologna, sigaretta in bocca, le mani tese per una concreta stretta di mano, un sorriso contagioso. Sono le 9, ma per lui è come se fossero le 6 del pomeriggio, visto che per andarci è partito la sera prima alle 23. Sua moglie moglie Mirca gli ha fatto i conti: con le sigarette (tante), i caffè (tanti), le ore di sonno (poche), avanti così fra poco farà 70 anni, non 50! Ma questa è un'altra storia, Roberto anche dopo ore di duro lavoro, le promesse le mantiene. Mi aveva promesso un giro fra le sue terre in cui si producono le albicocche, e così facciamo. Un vero e proprio giardino con 28 varietà e una raccolta che va dalla fine di maggio fino a settembre.
 
"È un anno molto buono, maggio dice la verità, abbiamo sofferto per un mese piovoso e freddo, ma adesso c'è un prodotto di qualità".
Questo grazie al lavoro che negli anni si è fatto nell'azienda agricola, partendo da suo padre, Gino, grande appassionato di pesche e albicocche, facendo sempre ricerca, mettendo a dimora le varietà più innovative, prendendo a volte anche delle fregature, ma dotando, oggi, l'azienda di una struttura produttiva solida con un assortimento varietale di primissimo livello, in grado di offrire al mercato il frutto giusto per il consumatore, per quasi quattro mesi.
Il giro si dipana lungo un percorso costellato da albicocche con nomi che sembrano usciti dal cartellone delle Folie Bergère: Lady cot, Gemma, Delice cot, Lido...come tante ballerine di fila ad ammaliare un pubblico dal palato fine ed esigente.
 Ecco la Lady cot. Per questa albicocca manca una settimana alla raccolta, ma la sua forma è già della dimensione giusta, e soprattutto il colore, arancione brillante con blush rosso. Sì blush!
Come quello che un tempo era conosciuto come fard e che le donne si danno per colorare guance e zigomi.
Il blush all'albicocca lo dà il sole, che colora la buccia delle albicocche, di un bel colore arancione che vira al rosso.
L'albero fa 60-80 kg di frutti, fa fatica a tenerli tutti, sono stracarichi. A suo tempo sono stati diradati, per fare qualità. Si comincerà dalle punte, in alto, e poi si scenderà.
Roberto passa regolarmente per verificare quando sono pronte e per saperlo le assaggia, la prova verità: "se sono buone, se mi piacciono, allora vuol dire che sono pronte e possono piacere anche a te".  "L'albicocca è il frutto perfetto, non ti sporchi, la porti al mare, in ufficio, alla mensa; ecco, si prende in mano con due dita, si apre e si stacca alla perfezione, l'interno è lucido, capisci subito che sarà morbida e dolce, una delizia."
La prossima è la Gemma, non ha il colore come la Lady cot, ma è croccante all'esterno e dolce all'interno, quando l'apri è lucida e perfetta. Il frutto ha una forma leggermente asimmetrica, con apice sporgente, la buccia è aranciata con un blush rosso sulla guancia.
 
"Queste le abbiamo già raccolte quasi tutte" mi dice Roberto indicandomi i suoi lavoranti sotto gli alberi "adesso facciamo la pulizia". Fra i rami si intravedono le mani che si muovono delicatamente, si sentono i fruscii, tutto avviene quasi in un silenzio religioso. Le mani ne staccano due e tre alla volta, poi li riversano in canestri. Nella media sono circa 100 kg all'ora.
 
"La raccolta va fatta così, con delicatezza, con dolcezza, le devi sfiorare con la mano, tenendo l'altra di dietro"

Ci spostiamo in un altro podere per un'altra varietà, la Lido. "la Lido è la Belen delle albicocche:soda, molto saporita, con un colore prevalentemente rosso. La raccogliamo fra 15 giorni e la manderemo soprattutto in Sardegna, è il frutto da spiaggia, a Porto Cervo la vendono anche a 2€ a pezzo!".
L'ultima varietà che vediamo oggi è la Delice cot, sulle primissime propaggini collinari. Qui si inizia ora a raccogliere. Gli alberi sono a filare e questo accentua la guancia rossa. L'assaggiamo: è molto croccante e ha nell'impatto con il palato una dolcezza diversa dalla Gemma, "là era dolce, alla fine, qui la senti subito e ti lascia la bocca dolce. Questa è una varietà più nuova, moderna, l'altra è più tradizionale".
 
"Fra 10 giorni sarà pronta la raccolta e in mercato sarà festa!" mi sorride soddisfatto Roberto. La sua passione, di famiglia, è un valore vero e te la trasmette dentro. Le albicocche da Roberto Fabbri si comprano con lo sguardo, con il sorriso, ma soprattutto con il sapore: "con le foto, con le parole non si sente il sapore...". Il giro nei campi potrebbe durare ancora, ma è ora di tornare in magazzino con il cassone pieno di albicocche da lavorare: "oggi si raccoglie, domani si raffredda, dopodomani si vende".
Il magazzino è un'azienda modernissima, dotata delle attrezzature più innovative per la lavorazione e il confezionamento e la movimentazione. "20 anni fa avevamo 3 ettari e mezzo, oggi sono oltre 70; è stata una corsa a mille all'ora, adesso dobbiamo rallentare per strutturarci".

Roberto mi mostra con orgoglio il nuovo impianto per la calibratura, il riconoscimento del colore e dei gradi brix, la selezione della qualità insomma. Un impianto nato e progettato per i cachi, in questo momento adattato alle albicocche.
I frutti vengono montati a mano sul nastro, per non rovinarli, poi passano veloci sul nastro, ognuno nel proprio alveolo, quattro macchine fotografiche le immortalano, dando loro un nome e un colore, rosso, verde giallo, a cui corrisponde una diversa qualità. In questo modo vengono poi spostate, sulla base del colore nelle loro rispettive confezioni, dando omogeneità alla qualità del prodotto in vendita.
 
"Abbiamo tolto l'errore umano. Se sbagli è perché vuoi sbagliare. Ma la lavorazione a mano rimane. L'uomo non lo sostituisci, lo rendi più attrezzato, più preparato alle sfide del mercato".
 
Questa è la visione di Roberto, di suo fratello Maurizio, la stessa che ha in tempi diversi, ha avuto suo babbo Gino: affrontare il mercato preparandosi, attrezzandosi di professionalità, senza improvvisazione, con la forza della passione, del coraggio, con l'ambizione di andare lontano, sapendo che i rischi ci sono, ma che si possono superare con professionalità e con la fiducia di essere una famiglia forte e unita.
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